Tutte le aziende vogliono essere nella prima pagina di Google, ma come riuscirci? Cosa ci può aiutare e cosa dobbiamo evitare?
Quanto sia importante la SEO l’abbiamo capito, ma quello che tutte le aziende che producono contenuti per il Web vogliono è essere nella prima pagina di Google per quelle ricerche che ci interessano da vicino.
Parliamoci chiaro: qualsiasi tipo di business, oggi, non può permettersi di trascurare i motori di ricerca, dai più affermati ai meno affermati. Ciò accade perché il Web ha aperto la concorrenza a nuovi competitor prima non esistenti: pensiamo all’impatto di due colossi in rete come Amazon e Zalando sul comparto dell’abbigliamento. Internet, però, può essere un’opportunità rilevante per le attività che operano in locale: se hai un’azienda con un’immagine poco affermata e vuoi farti conoscere, essere primi su Google è un fattore importante.
Ci sono due modi per arrivare in prima pagina: la pubblicità sui motori di ricerca (SEA) e la SEO. Si tratta di due approcci diversi e spesso complementari, specie per i business che sono in rampa di lancio per quanto riguarda le attività sul Web.
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La pubblicità sui motori di ricerca (detta SEA, Search Engine Advertising) comprende tutte quelle attività di promozione (a pagamento) che consentono alla propria azienda di essere immediatamente visibile nella prima pagina di Google.
Avete mai notato che quando fate una ricerca su Google, a volte, i primi risultati sono caratterizzati da una scritta “Ann” accanto all’indirizzo del sito? Quello è un risultato a pagamento. Il proprietario del sito web (o qualcuno da lui autorizzato) ha pagato per apparire in quella posizione privilegiata per quel determinato argomento di ricerca.
In particolare, è necessario investire del budget in Google Ads. Il budget da investire può essere più o meno corposo a seconda di molti fattori quali la durata della campagna, l’estensione della zona geografica, la competizione.
Google Ads funziona secondo il sistema pay-per-clic: così, nelle campagne in rete di ricerca, l’inserzionista si trova a pagare ogni volta che un utente visita il proprio sito dopo aver fatto clic sull’annuncio.
La SEO è l’insieme delle attività che vengono fatte su un sito web, per migliorare il posizionamento organico, ossia gratuito, nella SERP (Search Engine Result Page – l’elenco di pagine date da ogni ricerca su Google)
In questo caso, a differenza della pubblicità sui motori di ricerca, non viene addebitato nulla al clic degli utenti.
Arrivati a questo punto vi starete chiedendo cosa sia possibile fare per scalare le posizioni di una SERP. Ci sono tutta una serie di buone norme che ci aiutano ad aumentare la visibilità nei motori di ricerca e che possono essere raggruppate in due macro aree: On-page ed Off-page.
È arrivato il momento di scendere ancora di più in dettaglio e spiegare in cosa consiste l’attività di ottimizzazione per i motori di ricerca. Incominciamo dal primo gruppo di best practice: la Seo On-page.
La SEO On-page è l’insieme delle attività compiute direttamente sul sito che rendono le pagine del sito web facilmente interpretabili e navigabili per il motore di ricerca.
Tramite le azioni on-page, in sintesi, si esercitano tutti quei miglioramenti riguardanti le caratteristiche interne del sito web. Per fare la SEO On-page bisogna ottimizzare i contenuti secondo una strategia di content marketing, associarli a delle parole chiave strettamente pertinenti con essi, avere un sito web dove si può navigare con facilità e tante altre tecniche ancora.
Lo scopo fondamentale è rendere il sito internet Google Friendly e fare in modo che sia facile per il motore di ricerca capire di quali argomenti si sta parlando. Se va tenuto un occhio di riguardo per i crawler che visiteranno il nostro contenuto non va dimenticato che il sito dovrà essere pienamente visitabile e comprensibile dai clienti attuali e potenziali: pertanto, è importante che sia anche Customer Friendly, cercando sempre un equilibrio tra le due esigenze.
Anche se avere pagine ottimizzate è già di per sé utile per una buona SEO, non è comunque sufficiente. Per avere dei buoni risultati bisogna aggiungere alla SEO On-page un’altra parte: la SEO Off-page.
La principale attività da esercitare nella SEO off-page è la cosiddetta backlink strategy, ossia la gestione dei link esterni che puntano al nostro sito. Perché sono così importanti?
I link esterni ricevuti da portali più affermati del nostro vengono valutati positivamente dai motori di ricerca in quanto sono considerati con un segnale di prestigio che porta un reale valore aggiunto al sito, un valore di autorevolezza ai contenuti redatti.
Vi starete chiedendo, alla fine di questa panoramica, se sia meglio portare la vostra azienda in prima pagina con la pubblicità o con le attività SEO.
Entrambe le opzioni presentano sia fattori positivi che negativi:
Con un lavoro SEO, invece, abbiamo una situazione quasi opposta e complementare
Spesso, quindi, la strategia migliore è data da un investimento immediato tramite Google ADS, ma lavorando contemporaneamente sulla SEO e sull’Inbound Marketing così da mantenere una buona posizione una volta terminata la spinta economica data dagli annunci a pagamento.
Nell’attività SEO va comunque tenuto conto della continua evoluzione degli algoritmi che regolano il funzionamento dei motori di ricerca: il loro obiettivo è rendere i risultati sempre più affini alle reali intenzioni degli utenti, per cui bisogna cercare di interpretarli al meglio e correggere il tiro dei contenuti qualora la variazione sia penalizzante. In ogni caso, cercare di mettere in atto delle pratiche scorrette per aggirare Google è inutile, se non addirittura dannoso: prima o poi se ne accorgerà e verrete penalizzati.
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