Le app per i dispositivi mobili non sono tutte uguali: ne esistono ben tre tipologie, ciascuna differente rispetto alle altre per caratteristiche tecniche. Vediamo le differenze.
Nell’era digitale abbiamo assistito a un continuo proliferare di applicazioni, funzionanti principalmente su smartphone e tablet. Come già anticipato, possiamo fare una distinzione tra tre diversi tipi di app: esaminiamo dunque i principali pregi di App native, App ibride (o multipiattaforma) e web app.
Le app native sono applicazioni sviluppate specificamente per un sistema operativo. Questo significa che un’applicazione iOS non funzionerà su un sistema Android e viceversa, in quanto il linguaggio di programmazione è differente. Per funzionare, esse necessitano di un’installazione sul dispositivo utilizzato.
Le virtù fondamentali di queste tipologie di applicazione sono:
Le Web App sono decisamente differenti rispetto alle App Native. Si tratta infatti di una tipologia di app web-based, ossia programmate, sviluppate e funzionanti come un comune sito web.
Ciò significa che da una parte gli utenti non dovranno installare l’applicazione sui loro smartphone, senza intaccare la memoria fisica del dispositivo (un indubbio punto di forza), ma dall’altra la Web App non può funzionare senza connessione internet e, in linea generale, è anche più lenta e si adatta meno a ciascuna piattaforma rispetto ad app native e ibride.
Tuttavia, è da rimarcare il costo minore di produzione di una App di questo genere, caratteristica che rimane a oggi il più importante pregio di una web app.
Le app ibride rappresentano una terza tipologia di applicazione, più rapida e meno onerosa rispetto alle app native. Esse però, allo stesso tempo, offrono più possibilità di una web app.
Volendo riassumere, un’applicazione ibrida permette di coniugare i principali vantaggi delle app native e di quelle web a un costo accessibile, con una parte fisica installata sul device e un contenuto erogato e aggiornato via web. Si tratta di un ottimo compromesso, considerando anche il fatto che da un’app ibrida è facilmente ricavabile una web app: ne è esempio lampante Spotify, che fornisce un’app scaricabile e una versione web per la quale non è necessario installare alcun software.
Un altro importante vantaggio dello sviluppo ibrido sta nel fatto che permette di generare una sola versione universale, funzionale a qualsiasi piattaforma o sistema operativo. Per questa ragione, anche la manutenzione dell’applicazione è più facile, dal momento che esiste una sola versione da aggiornare per le diverse piattaforme.
Naturalmente, tutte queste facilitazioni hanno un costo tecnologico: le performance delle app ibride risultano, in generale, inferiori rispetto alle app native. Per ogni progetto va però valutata l’entità di queste minori performance che, spesso, si rivela irrisoria e trascurabile.
La risposta non è univoca: dipende dal target dell’app, dalle sue funzionalità, dal budget a disposizione e soprattutto dagli obiettivi che vogliamo perseguire. Se anche tu ritieni che l’esperienza abbia un peso, chiedi consulenza a chi, come il team di SocialCities, da anni si occupa dello sviluppo di applicazioni, sia proprietarie che conto terzi.
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