Installazione di app di terze parti
Attualmente, alcune app non possono essere installate in determinati sistemi operativi. Allo stesso modo, alcune società favoriscono i propri servizi a discapito di quelli della concorrenza. L’Unione Europea vuole intervenire su questo aspetto per fare in modo che anche altre aziende abbiano accesso a questi ecosistemi cosi da annullare qualsiasi tipo di disparità.
Questo ragionamento però si applica non ai servizi considerati core, ma solo a quelli supplementari. Come identificare i primi e distinguerli dai secondi è una questione ancora aperta di cui ancora si discute pienamente.
Stop ai servizi in bundling
Legato al punto precedente, un altro aspetto è che sarà proibita la preinstallazione di app e servizi sui device del consumatore (pensate a quante cose trovate già nel vostro smartphone al primo avvio). Sarà quindi ognuno di noi a poter decidere cosa installare o meno sul proprio dispositivo.
Basta al self preferencing
Apriamo assieme Amazon e cerchiamo un qualsiasi prodotto. Cosa troveremo in cima alla lista dei risultati? Molto probabilmente un prodotto Amazon Basic.
Per gli utenti business, la bella notizia è anche un’altra: riceveranno molti più dati rispetto a quelli che finora aziende come Amazon hanno condiviso. Un bel passo avanti verso una migliore analisi dei propri clienti.
Interoperabilità dei servizi di messaggistica
Per evitare di incanalare gli utenti in un unico sistema in modo errato e, ancora una volta, favorire un terreno fertile per la concorrenza, dovrà essere reso possibile all’utente di scambiare file tra piattaforme, anche quando quest’ultime sono criptate.
Finalmente l’unsuscribe sarà semplice
Le piattaforme dovranno garantire che la disiscrizione al servizio sia tanto facile quanto l’iscrizione fatta al servizio stesso.
Nei prossimi mesi e anni vedremo come evolverà la battaglia della legislazione nei confronti delle grandi aziende tecnologiche.